Oggi Parliamo di… Perché trattare l’alluce valgo anche quando non fa male
Ovvero: storia dell’evoluzione naturale dell’alluce valgo (non operato..)
Una delle frasi che ho sentito ripetere centinaia di volte in 20 anni da quando studio e pratico la Chirurgia del Piede è questa:
“Dottore, ho l’alluce valgo da vari anni (5, 10, 15 anni), ma finora non me ne sono preoccupata e non ho mai fatto nulla perché non mi faceva male!
Ma adesso mi è comparso questo forte dolore al piede che mi impedisce di camminare e di usare scarpe normali…”
Oggi cercherò di spiegarVi perchè la convinzione che l’alluce non vada operato finchè non fa male è del tutto sbagliata!
Innanzitutto bisogna capire che l’alluce valgo NON è una deformità estetica bensì funzionale: cioè la deviazione del dito impedisce il corretto funzionamento del piede, e in particolare riduce la forza propulsiva dell’alluce, ossia la spinta che esso esercita contro il suolo permettendoci di camminare correttamente.
Ora, quando l’alluce si valgizza, perde questa funzione di spinta e così il peso viene trasferito all’esterno sui raggi metatarsali centrali: per cui l’alluce valgo, anche se asintomatico, provoca col tempo la metatarsalgia, fonte di callosità dolorose sotto la pianta del piede.
Ma non solo!! Succede infatti che l’alluce, andando a sbattere contro il 2° dito e sollevandolo, provoca anche l’insorgenza di un dito a martello con relativa callosità dorsale che, urtando contro la tomaia della scarpa, impedisce di usare calzature normali.
Allora il paziente “furbo” pensa bene di risolvere la cosa acquistando scarpe di qualche numero più grande: così può continuare a dire “di non avere dolore né fastidi”..!
In realtà (e sono passati già vari anni da quando l’alluce si è valgizzato) ha avuto vari episodi di borsite sulla “cipolla”, cioè la pelle si è arrossata e magari qualche volta la borsite urtando contro la scarpa si è anche aperta ed è uscito del liquido… a volte ha dolore sotto la pianta del piede, soprattutto se non va tutti i mesi dall’estetista a farsi togliere quelle fastidiose callosità plantari: che però, accidenti, si riformano sempre..
In effetti qualche volta il dolore lo avverte anche sopra al piede, dietro le dita; e ogni tanto due dita si “informicolano”. Per evitare di sentire questi dolori sotto la pianta comincia, il più delle volte inconsapevolmente, a camminare sul bordo esterno del piede.
Ma, poggiando istintivamente male il piede, tende a prendere spesso delle “storte” di cui non sa spiegare bene l’origine. Poi comincia a fare male l’articolazione del calcagno (la sottoastragalica), la caviglia e il ginocchio, articolazioni in cui poi compare l’artrosi per via del carico fuori asse.
..E però attenzione: “l’alluce non mi fa male!!”
A un certo punto compare un fortissimo dolore al 2° dito, quello che si era deformato a martello: è comparsa quella che si chiama “Sindrome della seconda metatarso-falangea”, cioè una sinovite (gonfiore articolare dovuto all’infiammazione della membrana sinoviale che riveste l’articolazione), causata dall’instabilità stessa del dito.
Infatti il dito a martello, sottoposto alla eccessiva e sempre maggiore trazione dei tendini estensori e flessori, si deforma sempre di più e alla fine i legamenti che lo tenevano in sede, sottoposti ad eccessiva tensione, si rompono.
Questa malaugurata evenienza, che porta alla lussazione dorsale del 2° dito, è spesso favorita dalla pratica infausta che hanno molti ortopedici e fisiatri di praticare una infiltrazione di cortisone nell’articolazione quando questa è infiammata e dolente: il cortisone infatti toglie sul momento il dolore ma danneggia ulteriormente i legamenti già allentati, portando spesso alla loro completa e definitiva rottura e alla lussazione finale del 2°dito.
Per cui avviene una cosa paradossale: il paziente smette di aver dolore all’articolazione, ma ciò avviene perché il dito si è lussato e l’articolazione stessa in quanto tale non esiste più! Con tutto quello che ne consegue…
Cosa succede col tempo? Il nostro paziente (che, ricordiamolo, “non ha mai avuto dolore all’alluce!”) inizia ad avere una callosità sotto la testa del secondo metatarso. Questa callosità (sovraccarico), si forma per due motivi: primo, perché il dito a martello non riesce più a spingere contro il suolo in fase propulsiva e pertanto è la testa metatarsale che viene a premere in modo anomalo contro il pavimento; secondo perché il dito stesso, lussato dorsalmente, fa “spessore” nella scarpa sopra il metatarso, spingendolo ancora di più contro la suola.
Compra allora delle scarpe con una misura ancora più grande e poi va tutti i mesi dall’estetista a farsi togliere i calli che si formano sopra il dito e sotto la pianta del piede:
“ma dottore: dopo che ho tolto i calli, il piede non mi dà nessun fastidio!!”
Perché noi siamo bravissimi a ingannare noi stessi…
Perché è ben contento di seguire i consigli di amici e qualche volta, sciaguratamente, anche del Medico curante, che sconsigliano di operarsi…
E così magari poi la borsite sulla nocetta si rompe, esce del liquido e rischia di infettarsi, come pure può accadere alle callosità dorsali delle dita a martello; soprattutto se podologi e estetiste ignoranti (o in mala fede..) continuano per anni a “togliere i calli” ma non danno al paziente l’unico consiglio sensato:
Insomma, di solito accade che, dopo anni di disagi e sofferenze più o meno dissimulate, il nostro paziente alla fine finisce col fare troppo tardi l’intervento chirurgico sull’alluce (ormai deviato in maniera grave); intervento che invece, fatto a suo tempo, avrebbe evitato tanti fastidi e soprattutto sarebbe stato più agevole e forse maggiormente risolutivo.
Ma perché il nostro paziente ha più o meno volutamente ignorato per tanto tempo il problema??
La risposta, nella maggior parte dei casi, è sostanzialmente una: per paura dell’intervento!
Perché gli hanno sconsigliato di farlo, gli hanno detto che “non riesce bene”, che l’alluce valgo poi “ritorna”, che è dolorosissimo, addirittura che si rischia di finire sulla sedia a rotelle e di non camminare più!
Tutte cose non vere o addirittura fantasiose: ormai l’intervento è per lo più indolore o al massimo poco doloroso; e i risultati sono buoni e si mantengono nel tempo.
Nella mia casistica di quasi duemila alluci valghi operati, il 90% dei pazienti sono complessivamente soddisfatti dell’intervento e non si sono lamentati di dolore eccessivo: anzi il 42% ha dichiarato di non avere avvertito nessun dolore, né durante l’operazione né dopo!
E pochissimi (meno del 5%) hanno dovuto rifarlo dopo anni (per lo più un “ritocchino” che risolve definitivamente il problema, rarissimamente un reintervento vero e proprio)
E soprattutto: TUTTI i miei pazienti operati camminano e hanno migliorato la funzione complessiva del piede; e NESSUNO è finito sulla sedia a rotelle.
Quindi la paura è sostanzialmente ingiustificata!