Il dito in “griffe” è una deformità analoga al dito a martello: iperesteso a livello della metatarso-falangea (M-F) ossia “impennato” alla sua base, ma flesso sia a livello dell’articolazione interfalangea prossimale (IFP) che distale (IFD).
La griffe è tipica del piede cavo, legata a deficit neurogeno dei muscoli intrinseci del piede (lombricali ed interossei), e conseguente squilibrio tra muscoli estensori e flessori delle dita.
Griffe delle dita esterne, che si aggrava in fase di spinta
Completa correzione della griffe digitale dopo intervento di trasposizione dorsale del Flessore Breve delle dita
Terapia
La correzione è essenzialmente chirurgica: il podologo risolve momentaneamente il problema, poiché la callosità tolta si riforma e l’evoluzione della deformità prosegue.
Nella griffe non ancora strutturata eseguiamo un intervento di trasposizione del flessore pro interossei, prelevando un piccolo tendine situato nella parte plantare del dito e trapiantandolo dorsalmente sulla 1ª così il dito ritorna nella sua corretta posizione, migliorando la calzabilità e soprattutto riacquistando forza flessoria, il che fa scomparire la metatarsalgia.
Quando la griffe è strutturata a livello osseo effettuiamo delle osteotomie falangee, preferibilmente con le nuove tecniche miniinvasive percutanee, che danno risultati migliori e sono più conservativi: in tal modo evitiamo quando possibile l’artrodesi che blocca l’articolazione IFP.
Attualmente effettuiamo preferibilmente gli interventi con le nuove tecniche miniinvasive percutanee, che danno risultati migliori e sono più conservativi.
Ad es. nel dito a martello possiamo non fare più artrodesi ma osteotomie falangee, che non bloccano l’articolazione IFP e non richiedono l’uso del filo di Kirschner per un mese.